giovedì 20 agosto 2009

Ballata per un'estate calda

scritto da Athos Bigongiali

Fa caldo nell'estate del '57 a Marina di Pisa: da due mesi non piove e l'aria è gravida di tensione. La canicola ristagna sul quartiere delle "case minime", dove vivono gli operai del Cantiere e le loro famiglie; nei campi riarsi, nella pineta e sulla marina dove giocano le bande dei ragazzini e s'incontrano i villeggianti; sulla Terrazza, dove l'orchestra suona il calipso melody.
Quel calipso che la bella Fiore, figlia di un operaio comunista e sorella del ragazzino che narra la storia, balla con l'impudenza di chi s'infiamma per amore e gioventù.
Fa caldo, tanto che un giorno i campidi Boccadarno, attorno al Cantiere, bruciano: e l'incendio anticipa il licenziamento brutale e senza appello di quell'aristrocazia operaia che i nuovi metodi di produzione e di comando padronale stanno spazzando. Nell'attesa della pioggia, dell'amore, dello scontro, della fuga - che non arrivano, o che giungono ben diversamente da come ciascuno se li era figurati - si dipana questa ballata popolare e fiera, fantasiosa fino ai toni della fiaba ma radicata nella realtà dura degli anni Cinquanta; raffinata nella costruzione d'una storia corale, e delicata nel lasciare a un ragazzino la voce della consapevolezza, il compito di salvare la memoria di un'estate, di un'epoca, di una sconfitta.

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